Wednesday, April 25, 2007

ITALIAN MAGAZINE BLOW UP REVIEWS "13 BLACKBIRDS" & "BATTLESHIP POTEMKIN"

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17 Pygmies
13 Blackbirds / 13 Lotus • 2CD Trakwerx [www.trakwerx.com] •
30t-129:22
Del Rey & The Sun Kings
Battleship Potemkin • CD Trakwerx • 16t-70:33

È durata poco la pausa che si sono presi i 17 Pygmies: solo 19 anni. Ma dacché la ragione sociale non è altro che un moniker dietro cui si nasconde Jackson Del Rey (nome d'arte di Philip Drucker) è difficile definirla uno scioglimento a cui segue un'inaspettata reunion. Quindi oggi l'uomo che fu una delle colonne dei Savage Republic torna in pista col progetto personale e lo fa proprio mentre riemerge anche la band che fu di Bruce Licher, per giunta in arrivo dal vivo proprio qui da noi (occhio però che da quel che ho capito mancano sia Licher che Del Rey): che si torni a parlare ancora una volta di 'trance californiana'? Troppo lungo recuperarne la memoria nello spazio di una recensione (vi rimando a BU#58 per saperne di più), considerate solo che i 17 Pygmies ne erano la componente più folksy e delicata, a tratti quasi eterea. A quel tempo Del Rey s'accompagnava con Robert Loveless e Debbie Spinelli, oggi con un mucchio di vari ed eventuali tra cui spicca Tanya Haden (violoncello) ma il concetto, se non i risultati, sono molto simili: "13 Blackbirds / 13 Lotus" è un disco di canzoni folk cameristiche dalle punte classicheggianti e dagli arrangiamenti molto moderatamente elettronici. Il canovaggio si ripete con minime variazioni per tutte le tracce, arrivando a punte d'eccellenza quando la voce (sono tutte femminili ma musicisti non sono accreditati) è più corposa e negroide che par di ascoltare un gospel ultraterreno (accade con la splendida Precious Hearts On Fire) o se s'aggiunge una cauta batteria elettronica e quindi la metafisica è quella di un trip hop alla Dead Can Dance (Lotus). Tutto il CD, evanescente e impalpabile, è comunque estremamente suggestivo: quando rilascia un esangue, delicatissimo folk in punta di piano (Water Carry Me), quando s'abbandona sulle ali di un unico violoncello (923 History), quando scivola sulle acque di una limpidissima fonte barocca (Ubi sunt), quando una fisarmonica lo trasporta sulle rive del Danubio (Heavenly Creatures). E poi, visto che il tempo perduto è stato veramente molto, Del Rey ha voluto fare le cose veramente in grande e ha inserito un secondo CD titolato "13 Lotus" in cui sono stipati 70 minuti di Lotus in tredici differenti versioni remix con ospiti come Lea Reis (la mixer di Tupac) lachanteuse newyorkese Jo Gabriel. Facile immaginare come suonino: battute più o meno basse e ammenicoli elettronici ma anche notevole differenziazione. Si va dalle versioni etno-dub del Runch Mix e del Distressed Mix agli outer beats dello Squeezebox Mix e di Beloved Mind Glitch, dalle prove dance titolate Electropygmies LA Adventure e Broken Lotus Living Mix a quelle astratte e ambientali di Siren Lotus e dell'Electric Mermaid Mix, dalle scariche d'elettricità di A Lotus On New York Streams alla minimal techno del Floating Petals Mix. Nel complesso "13 Blackbirds / 13 Lotus" si dimostra quindi un ritorno di veramente grande spessore, forse riservato ai pochi che ricordano la scena di riferimento ma almeno per loro un immancabile scrigno di sorprese. E non finisce mica qui. Del Rey è così in forma che se ne esce anche con un altro disco titolato "Battleship Potemkin", nel quale omaggia il classico film muto di Eisenstein redigendone una personale soundtrack (ovviamente strumentale). Non è facile capire i titoli e i nomi dei musicisti che prendono parte al CD - le parole sono tutte traslitterate in caratteri cirillici - ma la musica, almeno quella sì: in larga misura sono suoni cameristici di vaga ascendenza etno-folk che starebbero benissimo in un disco dei Rachel's (The Men and The Maggots, The Odessa Staircase) e che, detta la funzione di soundtrack, talvolta si muovono come marce (Drama In The…, Join Us Brothers!) o commenti ambientali (A Happy Day In The City) o mastodonti in odore d'industrial (la formidabile The Ship Guns Roared, veramente troppo breve) o bozzetti chitarristici rinascimentali (Meeting With The…). La più bella musica strumentale ascoltata da molto tempo a questa parte e stupore per il rientro di Del Rey a questi livelli.
(8) secco a entrambi i dischi. Stefano I. Bianchi

2 comments:

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonymous said...

Si, probabilmente lo e